IMF Cautiously Approves Central Bank Digital Currencies

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Nerd romantic

Proprio oggi 10 anni fa qualche Farmer (probabilmente Marco Savini o Massimo Scarpis​) era in coda davanti all’Apple store di Fifth Avenue NYC a sgomitare per comprare l’oggetto di culto: l’iPad.
Prodotto rivoluzionario. “A metà strada tra un cellulare e un portatile” lo aveva definito Steve Jobs.
Perfetto per foto, film e programmi tv, ma pure per leggere libri, giocare, navigare in internet, gestire le mail.
Nel primo giorno di vendita ne furono vendute 300 mila unità, che arrivarono ad 1 milione in 28 giorni.

Un oggetto rivoluzionario che ha cambiato la vita di molti di noi. La mia sicuramente.

Dal 2006 con il mio team stavo inseguendo il mio sogno di start-up: sviluppare interfacce utente naturali, facili e divertenti da usare, assemblando hardware e software e prototipando le prime versioni di tavoli multitouch.
Dopo una partenza brillante, la crisi del 2008 ci aveva messo a dura prova. Il 2009 era stato un anno pesantissimo e il 2010 non era partito con il piede giusto.

Nei primi giorni di Aprile, tenendo tra le nostre mani l’iPad abbiamo deciso di dedicare tutte le nostre energie a un’unica visione: interpretare l’iPad come un oggetto che avrebbe cambiato il mondo del business più che il tempo libero delle persone.

In poche settimane abbiamo realizzato la prima versione di uno Showroom Digitale per supportare le aziende del settore Fashion nel proprio processo di vendita delle collezioni.

Il 28 Maggio 2010 l’iPad arriva in Italia. Altro giorno speciale per me: nasce mia figlia Francesca.

Pic by Andrea Gatti

Con il supporto di Apple distribuiamo la prima versione della nostra App e siamo tra i primi in Europa ad usare il Certificato Enterprise di Apple. Il nostro progetto viene pubblicato come case history nel sito apple.com/business.

Arrivano rapidamente clienti e aziende importanti che credono in noi: un team di una dozzina di ragazzi giovani, con tanta passione e voglia di cambiare le cose.

Le mie giornate le trascorro tra lavoro, biberon e supporto ai clienti fino a notte fonda.

Dieci anni dopo, con l’emergenza Covid-19 è quasi imbarazzante parlare di lavoro, guardando alla TV cosa ci circonda. Ma proprio come 10 anni fa voglio cogliere le opportunità della crisi.

Guardo i miei figli, cresciuti tra pile di iPad e laptop, destreggiarsi senza battere ciglio tra call e lezioni online e della loro H-International School.

Cenando chiedo un consiglio a Filippo 12 anni, aspirante Content creator, e Francesca 9 anni, aspirante Fashion designer.
“Come possono le aziende ai tempi del CoronaVirus continuare ad avere un dialogo con i propri clienti?”
Loro che non perdono occasione per trattarmi come un vecchio decrepito sentenziano: “Papà, un’applicazione su iPad, con le stories di Instagram e call di Zoom. Ti facciamo un video per capire”. Generazione youtuber.

Forse hanno ragione loro, è meglio iniziare a immaginare e lavorare per il futuro perché dobbiamo farci trovare pronti.

Behind the scenes:

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